Roma – Le imprese turistiche-recettive hanno tempo fino ad oggi  28 febbraio per presentare all’Agenzia delle entrate l’autodichiarazione che consente di beneficiare del credito d’imposta introdotto dal decreto “Ucraina” (articolo 22, Dl n. 21/2022), pari al 50% dell’importo versato per la seconda rata Imu 2021 in relazione agli immobili accatastati nella categoria D/2.
Entro la stessa data è anche possibile inviare una nuova autodichiarazione in sostituzione della precedente. In ogni caso, l’ultimo modello trasmesso è considerato quello valido. Stesso termine per presentare la rinuncia integrale al credito già richiesto.

Il modello, insieme alle istruzioni e alle specifiche tecniche, è stato approvato con il  provvedimento del direttore dell’Agenzia dello scorso 16 settembre

L’autodichiarazione è necessaria per attestare il possesso dei requisiti previsti dal “Temporary Framework” (Sezioni 3.1 e 3.12) e costituisce presupposto per accedere all’agevolazione. Il bonus è infatti subordinato al rispetto delle condizioni stabilite dalla Comunicazione della Commissione europea del 19 marzo 2020 C(2020) 1863 final “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del Covid-19”. L’applicazione effettiva della misura, nata per sostenere uno dei settori più colpiti dal perdurare degli effetti della crisi economica e occupazionale derivanti dalla pandemia, ha dovuto attendere il via libera della Commissione europea, arrivato lo scorso 21 giugno con la decisione C(2022) 4363 final.
Il contributo è diretto alle imprese turistico-ricettive, compresi gli agriturismi, le imprese che gestiscono strutture ricettive all’aria aperta e del comparto fieristico e congressuale, i complessi termali e i parchi tematici, inclusi i parchi acquatici e faunistici.
L’agevolazione riguarda gli immobili D/2 presso i quali è gestita l’attività recettiva, a condizione che i proprietari siano anche gestori delle attività lì svolte. Accedono al contributo gli esercenti che nel secondo trimestre del 2021 hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 50% rispetto al corrispondente periodo del 2019.
Per usufruire del credito gli operatori devono risultare titolari di una partita Iva attiva alla data di entrata in vigore del Dl n. 21/2022.